Ecco RedHat ha adottato systemd, parola di Jim Whiterust (CEO dell’azienda)

by Raoul Scarazzini on

Nel corso dell’ultima sessione di Q&A (Questions and Answers) tenutasi in occasione del ventitreesimo anniversario della prima release di Red Hat Linux, Jim Whiterust (CEO dell’azienda) ha risposto a diverse domande da parte degli utenti di Slashdot.

Moltissimi i temi, diverse le risposte, ma una in particolare su tutte ha catalizzato l’attenzione:

Systemd, WTF???

Molto chiara e palese nella sua essenza, peraltro poi motivata tecnicamente dall’autore (se qualcuno ha utilizzato il mount NFS al boot con systemd ha idea del problema) ed usata dallo stesso CEO di Red Hat come ombrello per tutte le domande relative a systemd che sono state, manco a dirlo, molte.

La risposta risultante è stata articolata, cliccando sul link sopra la potete leggere nella sua interezza, ma l’estratto dei punti chiave è il seguente:

  • System V init ha fatto il suo tempo;
  • Pur considerando ogni alternativa per RHEL (compreso upstart di Canonical) systemd è risultato l’unico progetto semplice, estendibile e scalabile: un’interfaccia ben definita su cui poggiarsi per il futuro;
  • Era inevitable che il cambiamento risultasse impattante per molti, ma la collaborazione di Red Hat con le diverse tipologie di utenti, come ad esempio quelle di telecomunicazione e dei dispositivi embedded, ha provato come in realtà systemd sia stato adottato senza problemi;
  • Per un nuovo utente imparare systemd non è dissimile da System V;
  • I falsi miti (lettura consigliata) ed il fatto che il dibattito su systemd sia stato valutato ed accettato dalla community Debian comprovano come non sia una tecnologia Red Hat centrica;
  • Ci sono degli oggettivi vantaggi come il tracciamento dei processi a livello di servizio, la possibilità di uccidere i demoni in maniera appropriata, l’utilizzo semplice dei cgroups per assegnare risorse ed infine l’effettiva risoluzione del problema relativo alla gestione dei servizi dipendenti uno dall’altro;

Insomma, in sostanza e se ce ne fosse stato bisogno, systemd sarà ancora al centro degli investimenti di Red Hat almeno finché non esisterà una reale e convincente alternativa, parola del capo!

E voi che ne pensate?

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Written by: Raoul Scarazzini