Fedora 33: le cose da fare subito dopo l’installazione

by Alessandro Russo on

Fedora 33 è da pochissimo sbarcata ufficialmente nel mercato delle distribuzioni GNU/Linux, e qui su LFFL potete trovare il nostro articolo con tutte le principali novità. Oggi vi parlerò delle prime modifiche da apportare al sistema per rendere la distribuzione pronta all’uso.

Fedora 33: aggiornare il sistema ed aggiungere i repository RPM fusion

In questo articolo prenderò come riferimento Fedora Workstation 33 con ambiente desktop GNOME, la versione che viene scaricata di default dal sito ufficiale. Se non lo avete mai provato, tra l’altro, vi invito ad utilizzare l’utility Fedora Media Writer che, con pochi click, permette di scaricare la ISO e creare la thumb drive avviabile. Tramite questo tool è possibile anche scegliere un DE alternativo, come KDE, Xfce, LXQt, MATE, Cinnamon o LXDE.

Fedora Media Writer: scelta di DE alternativi a GNOME.

Primo banalissimo step, valido per tutte le distribuzioni appena installate, è aggiornare il sistema. Per quanti provengono da Ubuntu, Linux Mint o una qualsiasi altra derivata di Debian, l’unica accortezza da seguire è sostituire nelle istruzioni date con il terminale apt con dnf. Fedora, infatti, utilizza questo package manager per l’installazione dei pacchetti che, vi ricordo, saranno del tipo RPM e non deb.

sudo dnf update

 

Fedora 33: le cose da fare subito dopo l’installazione
L’installazione pulita di Fedora 33 richiede, attualmente, circa 700 MB di aggiornamenti.

Per evitare banalissime perdite di tempo nell’utilizzo quotidiano di Fedora, conviene poi abilitare RPM fusion. Questi repository, infatti, forniscono i software che Fedora Project o Red Hat non vogliono distribuire. Ne esistono due versioni, una contenente solo codice libero mentre l’altra ha anche programmi proprietari. In base alle vostre esigenze, quindi, le istruzioni da impartire saranno:

#RPM fusion free
sudo rpm -Uvh http://download1.rpmfusion.org/free/fedora/rpmfusion-free-release-$(rpm -E %fedora).noarch.rpm
#RPM fusion non free
sudo rpm -Uvh http://download1.rpmfusion.org/nonfree/fedora/rpmfusion-nonfree-release-$(rpm -E %fedora).noarch.rpm
Fedora 33: le cose da fare subito dopo l’installazione
Le istruzioni per aggiungere i repository RPM fusion.

I plugin essenziali

Una volta completata la prima fase di configurazione del sistema potete installare alcuni plugin che migliorano l’esperienza d’utilizzo. Il primo è DeltaRPM che permette di effettuare dei download differenziali quando si va ad aggiornare un pacchetto già presente nel sistema. Non scaricherete più il pacchetto completo per eseguire l’aggiornamento bensì solo i file nuovi / modificati. Altro plugin interessante è Fastest mirror, che consente di determinare il mirror più vicino disponibile in quel momento.

Fedora 33: le cose da fare subito dopo l’installazione
Nell’esempio l’istruzione eseguita è stata sudo emacs /etc/dnf/dnf.conf.

Per abilitare entrambe le utility è sufficiente modificare con i privilegi di amministratore il file /etc/dnf/dnf.conf, aggiungendo le seguenti righe:

fastestmirror=true
deltarpm=true

Fedy: un tool grafico per installare rapidamente tutto ciò che vi serve

Nonostante io sia quasi un fanatico dell’utilizzo full CLI di GNU/Linux, a volte un tool grafico permette di velocizzare le operazioni. Spesso può risultare utile installare Fedy, un tempo noto come Fedora Utils. L’applicazione consente di eseguire con un semplice click una serie di comandi che installeranno e configureranno molte cose. Dai programmi ai temi, passando per i codec multimediali, all’occorrenza può servire anche per disinstallare graficamente gli stessi, un po’ come avviene su Windows con la schermata di programmi e funzionalità.

Fedora 33: le cose da fare subito dopo l’installazione
Fedy è un’utility grafica user friendly.

Fedora 33 e BTRFS: si può fare di più

La più grande novità di questa nuova versione di Fedora è il cambio del file system di default: gli sviluppatori hanno optato per BTRFS che va a sostituire EXT4. BTRFS supporta varie nuove funzionalità tra cui ottimizzazioni per i dischi SSD, supporto nativo per RAID, è meno incline alla corruzione dei dati, recovery semplice, migliore gestione in caso di spazio su disco insufficiente. Manca, purtroppo, una GUI o comunque una gestione semplificata e, nel complesso, questa nuova release di Fedora va a mancare proprio sull’implementazione di questo nuovo file system, il cui utilizzo per ora rimane estremamente complesso per un’utenza di tipo consumer.

Fedora continua a dimostrarsi una distribuzione solida, valida alternativa ad Ubuntu anche in termini di facilità d’utilizzo. Per ulteriori dettagli vi rimando alla pagina ufficiale per il download.

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Written by: Alessandro Russo