Vivaldi 3.7: migliorano sensibilmente le performance (anche su Linux)

by Matteo Gatti on

La scorsa settimana vi ho presentato le (enormi) migliorie in termini di performance introdotte in Chrome. Il browser di Google, giunto alla versione #86, ha ricevuto un importante boost ma la concorrenza non sta a guardare. Ora è il turno di Vivaldi. Gli sviluppatori affermano che l’ultima incarnazione del browser Chromium-based, Vivaldi 3.7, è più veloce che mai.

Vivaldi 3.7: veloce e con supporto per Apple M1

Cerchiamo di tradurre le parole in numeri. Le schede del browser si aprono due volte più velocemente rispetto alle versioni precedenti, mentre le nuove finestre si aprono più velocemente del 26% rispetto a prima. Le statistiche sono state raccolte da test utilizzando benchmark interni condotti su un PC Ubuntu con una CPU Intel Core i3 da 2 GHz e 4 GB di RAM. Sebbene Vivaldi non sia il mio browser web predefinito (preferisco Firefox) lo uso spesso e bisogna ammettere che è cresciuto tantissimo nel tempo: merita la giusta attenzione. Alcune peculiarità di  Vivaldi non sono altrettanto curate su altri browser, mi riferisco, ad esempio, alle gestures del mouse e alle infinite possibilità di personalizzazione. Inoltre, nella release di novembre è stato integrato un client di posta: Vivaldi Mail. Comodo, no? Vivaldi 3.7 introduce anche:
  • il supporto nativo per i processori M1 di Apple, presenti sui nuovi MacBook;
  • aggiornamenti silenti su Windows;
  • ricarica periodica delle pagine;
  • menu, quick commands e web panels potranno essere personalizzati in base ai propri gusti.
Niente male. Potete scaricare Vivaldi 3.7 per Windows, macOS e Linux (incluso ARM) direttamente dal sito ufficiale. Seguiteci sul nostro canale Telegram, sulla nostra pagina Facebook e su Google News. Nel campo qui sotto è possibile commentare e creare spunti di discussione inerenti le tematiche trattate sul blog. L'articolo Vivaldi 3.7: migliorano sensibilmente le performance (anche su Linux) sembra essere il primo su Linux Freedom.

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Written by: Matteo Gatti