E Shuttleworth, CEO di Canonical, cosa pensa di IBM che compra Red Hat?

by Raoul Scarazzini on

L’ha presa bene, dopotutto. Se vi mettete nei panni di chi ha fatto di tutto per dire che la propria distribuzione di OpenStack è meglio di quella di tutti i concorrenti e di chi ha costruito un piano di ristrutturazione volto a rendere Canonical appetibile per eventuali compratori e che si ritrova ad osservare la più grande transazione finanziaria della storia del software (IBM che compra Red Hat per circa 34 miliardi di dollari), beh tutto sommato questo post l’avreste scritto magari in toni più accesi…

Cosa dice il buon Mark? Semplice:

Several have spoken publicly, and with increasing confidence, of their Ubuntu success

Quindi… Ubuntu è largamente utilizzata, e tutti ne parlano bene.

We salute Red Hat for the role it played in framing open source as a familiar, shrink-wrapped replacement for traditional UNIX on ‘Wintel’ terms.

Quindi… A Red Hat dobbiamo tutti qualcosa, visto che ha cambiato i fondamenti dell’open-source.

The decline in RHEL growth contrasted with the acceleration in Linux more broadly is a strong market indicator of the next wave of open source.

Quindi… grazie sì Red Hat, ma ahimé hai fatto il tuo tempo, perché tutti sono pronti per la fase due del movimento open-source.

Chi guiderà questa nuova fase? Molto semplice, Ubuntu. Ora. Si potrebbe dar ragione al CEO di Canonical osservando questi dati, dai quali si evince come Ubuntu sia *nettamente* il sistema operativo più usato nel cloud.

Ma il problema, ahilui, è che il tutto non finisce qui. IBM dalla sua ha un potenziale di mercato enorme e RH ha un modello di business che funziona (le subscription, tutte le altre storie di filosofia/cultura/valori non riguardano il business). Ora, se IBM riuscisse a vendere 100 subscription Red Hat a ciascuno dei suoi clienti enterprise il ritorno di investimento sarà pressoché immediato.

Il problema semmai sarà appunto lo scontro di culture, il lavoro remoto che Big Blue non contempla, i dipendenti over 60 che fanno le class action, tutte cose proprie di IBM che, sulla carta, c’entrano poco con Red Hat. Ma il risvolto di queste cose si vedrà nel lungo termine e visibilità su quello non la può avere nessuno, tanto meno il papà di Ubuntu.

Alla fine, non prendertela Mark, forse sei solo un poco geloso:

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Written by: Raoul Scarazzini