SNAP avanza nel mondo Linux, Kernel incluso!

by Marco Bonfiglio on

Appena rilasciato il kernel 4.15, si apre il periodo di tempo dedicato alle modifiche proposte per il kernel 4.16. La prima novità è l’aggiunta di Bison e Flex agli strumenti necessari per la compilazione (tradizionalmente limitati a GCC e Make): la novità è dettata dal bisogno di generare alcuni file e non solo compilarli. I nuovi strumenti richiesti sono però di uso comune, e quindi non dovrebbero affatto essere un problema per chi vorrà continuare a compilarsi “in proprio” il kernel.

Un’altra novità salta subito all’occhio: se da sempre il sistema di building del kernel ha previsto la pacchettizzazione in deb ed rpm, ora viene aggiunta la possibilità di creare pacchetti SNAP.
SNAP è un sistema particolarmente apprezzato per le applicazioni, in quanto permette di creare pacchetti autosufficienti: non solo l’eseguibile, ma anche tutti i file di supporto necessari (vedi librerie), permettendo l’esecuzione in un ambiente particolarmente isolato, una sandbox, tanto che Ubuntu lo vede come sostituto dei vari apt e yum.

Sebbene il kernel non sembri indicato per questo tipo di pacchetto, un vantaggio dell’utilizzo di questa tecnologia potrebbe essere la possibilità di aggiornamento atomico, secondo una logica “o tutto o niente”: fino alla completa installazione del nuovo pacchetto, quello vecchio rimane disponibile ed usabile, senza il pericolo che un’operazione andata male comprometta un componente critico come il kernel. La patch è stata introdotta l’anno scorso da Canonical, ma dal prossimo kernel farà parte degli strumenti uffciali.

Proprio per la capacità di essere autosufficiente, lo stesso pacchetto SNAP è installabile allo stesso modo su molte (se non tutte) distribuzioni Linux. E proprio per questo alla lista di applicazioni disponibili sullo SNAP store (di Ubuntu) si stanno aggiungendo sempre più applicazioni, comprese Slack, Spotify e Skype.

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Written by: Marco Bonfiglio