container

Docker è sulla cresta dell’onda da tanto tempo, troppo tempo perchè passasse inosservato.

E, prima o poi, doveva succedere: sono state rilevate le prime immagini di container contaminate, da software di crypto-mining, direttamente sul Docker Hub, il registry ufficiale e pubblico di Docker.

Il registry è un componente fondamentale in un’infrastruttura a container; è il componente da cui Docker (o sistemi che utilizzano Docker come base, ad esempio Kubernetes) scarica delle immagini di

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Sono molte, moltissime le notizie e le novità che emergono dal Red Hat Summit che si sta svolgendo a San Francisco. Abbiamo già trattato di Storage One, ed oggi ecco arrivare notizie del rinnovo di due delle più importanti collaborazioni fissate da Red Hat negli anni: quella con IBM e quella con Microsoft.

Red Hat e IBM hanno annunciato l’espansione della propria partnership con l’obiettivo di accelerare l’adozione di ambienti cloud ibridi.

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Messaggio a tutti i reticenti nell’accettare il fatto che Kubernetes (e i container) siano la tecnologia del momento: questo trend non è destinato a scomparire a breve. Basta scorrere le notizie quotidiane in ambito informatico e ci si imbatte in qualche nuovo annuncio, prodotto o strategia che aziende del settore propongono ed incentrano sui container e su Kubernetes.

Partiamo da Cisco, che ha introdotto il supporto a Kubernetes all’interno dei suoi prodotti

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Netflix non è nuova al rilascio in open source di software che ha sviluppato ad uso interno. E si vede dalla sua pagina di GitHub: da tool per interrogare sistemi di Big Data a software di build e delivery, passando da encoder fino alla cattura ed analisi delle metriche, per molte cose la filosofia dell’azienda di Los Gatos è sempre stato “aperto è meglio“.

Recentemente ha rilasciato in open source Titus, il

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Due anni fa parlavamo della nascita della Open Container Initiative sotto il controllo della Linux Foundation. Con l’esplosione dell’uso dei container, e delle tecnologie in grado di gestirli, definire uno standard ufficiale ed aperto per la creazione, l’esecuzione e la trasmissione delle immagini dei container è diventato fondamentale.

E, finalmente, si inizia ad arrivare a qualcosa di completo: già in passato il formato delle immagini ed i runtime sono stati standardizzati dalla

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Una settimana fa circa il fulmine a ciel sereno: Solomon Hykes abbandona Docker.

Per chi non lo conoscesse, seppure per l’esattezza non abbia inventato i container, sicuramente è stata la persona che più di tutti ha contribuito a renderli popolari ed uno standard de-facto su cui son nate e sono evolute una serie di altre tecnologie come Kubernetes, per citarne una.

Non si può iniziare a parlare del buon Hykes senza condividere il

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Nell’aprile dello scorso anno abbiamo parlato di come Docker avesse deciso di scindere il suo prodotto OpenSource dalla sua controparte commerciale, creando il Moby Project. La mossa era chiaramente volta a separare l’aspetto tecnologico dal lato business ed in termini di chiarezza fu sicuramente una scelta condivisibile.

Ebbene, un anno dopo come sta l’azienda Docker? Secondo ZDNet non molto bene, poiché manca di un business plan.

Non usa infatti mezze parole Steven J.

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Ultimamente nel mondo Linux parlare di container è all’ultima moda, tante sono le notizie, e quando si parla di container non si può non parlare di Kubernetes.

Se guardiamo però le notizie più in auge nell’informatica più “generalista”, escludendo le ultime diatribe della Google o Apple di turno, il machine learning è sicuramente sulla cresta dell’onda. Questi sistemi complessi che, quando vengono forniti di moli di dati, sono in grado di apprendere

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Spesso sulle pagine di MMUL vi abbiamo parlato di container e di come questi stiano diventando la norma nella gestione di infrastrutture più o meno complesse.

Nella nostra serie di articoli riguardanti il logging di container Docker, abbiamo colto l’occasione per fare pratica con i comandi base.

I container, anche se non utilizzati in produzione, risultano molto comodi nel day-by-day, rendendo più rapide alcune operazioni per cui, storicamente, si utilizzavano le macchine virtuali.

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Seppur in Italia non abbiano ancora preso molto piede, in altri paese (Stati Uniti in primis) i Chromebook vendono abbastanza bene.

Per chi non li conoscesse, sono computer portatili, generalmente con processore ARM, su cui viene fatto girare il sistema Chrome OS che, pur avendo una base Linux, mette a disposizione fondamentalmente un browser Chrome su cui far girare diverse “applicazioni” (di fatto son plugin). Il costo -in genere- ridotto e l’alta

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