supporto

Scriviamo spesso dell’evoluzione del Kernel, e del supporto che riesce a dare ad una serie molto ampia di dispositivi ed architetture diverse fra loro. Ma quegli sviluppi sono software, codice scritto con linguaggio di programmazione C: serve una traduzione in linguaggio macchina per rendere comprensibile (ed eseguibile) quanto scrivono i programmatori al computer, traduzione fatta…
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Ha fatto la sua comparsa nel 1981 sul primo Personal Computer, l’IBM 5160, il BIOS (Basic Input/Output System) accompagna ormai da decenni tutti i nostri PC i quali non sarebbero nemmeno in grado accedersi senza di esso.

Nei primi anni 2000, con l’avvento delle CPU a 64bit, è stata necessaria l’introduzione di un nuovo sistema per gestire il processo di avvio ed Intel ha sviluppato un nuovo standard, l’EFI (Extensible Firmware Interface).

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Come diversi software (basti pensare alle release di Ubuntu, ad esempio), anche chi organizza il kernel Linux mantiene delle logiche per garantire un supporto esteso a determinate versioni.

Questo è necessario poichè, soprattutto in particolari ambienti, non è possibile aggiornare il kernel di frequente e, dunque, una delle soluzioni è quella di installarne uno per cui "si sa" che il supporto viene mantenuto per parecchio tempo, assicurando l'uscita di patch di sicurezza

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Lo sviluppatore di Debian e mantenitore del Kernel Linux Ben Hutchings ha annunciato che a partire da Debian 9 (nome in codice “Stretch“) verrà abbandonato il supporto per le architetture a 32-bit più vecchie.

La decisione, che riguarda i processori i586 e quelli ibridi i586/686, era stata presa dal team l’anno scorso in seguito al rilascio della nuova versione della GNU Compiler Collection (GCC), progettata per supportare solo i processori di classe i686.

Nell’annuncio ufficiale,

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